Fincantieri, commessa da 50 milioni nelle Isole Faroe

Non si ferma il business di Fincantieri che, dallo scorso 16 marzo, l’ha costretta a sospendere le attività produttive nei siti italiani dal 16 marzo scorso. Nonostante la crisi indotta dal coronavirus il Gruppo in collaborazione con Salini Impregilo, si sta occupando, infatti, della costruzione del nuovo ponte di Genova.

Ma la novità sta nel fatto che la società ha siglato una nuova commessa da 50 milioni di euro tramite la controllata Vard, specializzata nella progettazione e costruzione di navi speciali. Il contratto prevede il design e la realizzazione di una unità per la società P/F Akraberg del gruppo Framherji, leader nel campo dell’itticoltura attiva nelle isole Faroe (un arcipelago tra Islanda e Norvegia a governo autonomo che fa parte della Danimarca).

La costruzione dello scafo sarà effettuata a Braila presso il cantiere rumeno del Gruppo, mentre l’allestimento finale e la consegna dell’unità, prevista nel primo semestre del 2022, avverranno nel cantiere norvegese di Brattvaag.

Il contratto si inquadra nella strategia di diversificazione implementata da Vard nel corso degli ultimi anni a fronte della crisi del settore Oil & Gas. “In questo contesto – spiega Fincantieri – Vard sta finalizzando un altro importante contratto che segnerà l’ingresso della società in un nuovo e promettente segmento di mercato”.
L’unità per Akraberg sarà la prima operativa nelle Isole Faroe, il cui design è stato progettato interamente da Vard, sarà lunga 84 metri, larga 16,7 metri e ospiterà a bordo 25 persone in cabine singole.  Fincantieri ricorda che “già in passato gli stabilimenti norvegesi del gruppo hanno realizzato numerose unità similari per gli armatori di queste isole, considerati a quel tempo altamente innovativi e che hanno contribuito così a un considerevole progresso tecnico per l’intero settore”.

Il progetto della nuova nave, sviluppato da Vard in collaborazione con la società armatrice Framherji, è basato su un modello di nuova generazione che recepisce le più recenti  tecnologie in tema di efficienza e di protezione ambientale dei mari, dei pesci e delle persone.

La nave sarà inoltre equipaggiata con le più avanzate e sofisticate tecnologie ecologiche per consentire il minimo impatto possibile sulla qualità delle operazioni di pesca e con un’attenzione particolare alle operazioni sostenibili. Per garantire l’alta qualità del pesce, infatti, tutto il pescato verrà trasformato direttamente a bordo, imballato e conservato in congelatori o frigoriferi grazie anche all’utilizzo della biomassa.

A bordo l’unità sarà dotata di un acquario vivo per mantenere il pesce sano e fresco fino alla trasformazione, di un’avanzata fabbrica di lavorazione del pesce, e di un’alta capacità di carico per il pesce refrigerato e congelato.

Intanto in base ai conti resi noti ieri dopo la chiusura della borsa il Gruppo guidato dall’ad Giuseppe Bono (nella foto) ha chiuso il 2019 con ricavi record pari a 5,8 miliardi di euro, in crescita dell’8%. Bene anche gli ordini per 8,7 miliardi, con un carico di lavoro complessivo per 33 miliardi.

Il risultato adjusted è negativo per 71 milioni (114 milioni nel 2018), con un risultato d’esercizio negativo per 148 milioni (69 milioni nel 2018) al netto di oneri fiscali (73 milioni), oneri straordinari (67 milioni) e risultato delle discontinued operations negativo per 24 milioni.

I risultati economici scontano la performance negativa della controllata norvegese Vard per la quale, dopo il delisting del dicembre scorso, è stato avviato il processo di ristrutturazione dell’attività operativa per migliorare l’andamento gestionale. In termini di risultati economici infatti a livello di Fincantieri Spa l’esercizio 2019 ha confermato i risultati del 2018, con ricavi per 4,3 miliardi in crescita (+8,8%), ebitda di euro 489 milioni (474 milioni nel 2018), una marginalità che si attesta all’11,3% e un risultato d’esercizio positivo di 151 milioni (218 milioni nel 2018) al netto della svalutazione della partecipazione in Vard per 50 milioni e degli oneri straordinari legati ai contenziosi per danni da amianto di 40 milioni.

Per quanto riguarda l’emergenza sanitaria in corso il gruppo ha provveduto a bloccare le attività da metà marzo e prevede effetti sull’andamento della gestione nel 2020, tuttavia, “con la risoluzione della situazione in tempi ragionevoli – sottolinea la società – la struttura patrimoniale ed economica del Gruppo è in grado di fare fronte agli impatti”,

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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