Cabot Italiana e Bureau Veritas certificano i processi di economia circolare

Energia prodotta in casa, recupero delle acque di scarico e dei fumi Chimica uguale inquinamento e danni all’ambiente. Secondo Cabot Italiana, prima azienda chimica certificata da Bureau Veritas Italia per le best practice di economia circolare, i fatti dimostrano il contrario e l’equazione, valida forse per molti anni, non è oggi più coerente.

Cabot Italiana, il cui stabilimento di Ravenna fa parte del gruppo multinazionale americano Cabot Corporation, vanta una specializzazione nella produzione di Carbon black (o nero di carbonio), utilizzato nell’industria plastica, dei pneumatici, in quella degli inchiostri e vernici, nonché degli accumulatori per auto elettriche; l’azienda ha implementato e ora certificato un sistema di gestione per l’economia circolare, che permetterà una progressiva ottimizzazione dei processi, nell’ottica della tutela dell’ambiente, una riduzione delle risorse consumate e, più in generale, una riduzione degli impatti ambientali.
È il caso, ad esempio, degli stracci utilizzati per le manutenzioni, un tempo generici e talora rappresentati da vecchi abiti dismessi, oggi frutto di una tecnologia specifica, che ne consente il lavaggio e il riutilizzo. Questo nuovo approccio ha permesso nel 2022 di ridurre il quantitativo di stracci inviati a smaltimento di oltre il 50% (rispetto la baseline del 2019).

I sei progetti certificati da BVI ai sensi della norma AFNOR XP X30 901, ovvero la norma che permette di certificare i sistemi di gestione per i progetti di economia circolare, riguardano:

  1. Centrale termoelettrica per il recupero del Tail gas
  2. Riduzione del nero di carbonio di scarto destinato a discarica
  3. Recupero acque
  4. Progetto SMILE
  5. Riutilizzo degli stracci assorbenti
  6. Organic Rankine Cycle (ORC)

Progetti di economia circolare, in maggior parte già realizzati, che permetteranno una minor produzione di rifiuti, un minor consumo di risorse e un’ottimizzazione nella produzione di energia elettrica, tramite il recupero del “gas di coda” del processo produttivo. Progetti di economia circolare implementati basandosi su una matrice che intreccia le 3 dimensioni classiche della sostenibilità (ambiente, economia, società) con le 7 aree d’azione dell’economia circolare (Approvvigionamenti sostenibili, Progettazione ecocompatibile, Simbiosi industriale, Economia dei servizi, Consumi responsabili, Estensione della vita utile di prodotto, Gestione efficiente dei prodotti e materiali).
Con questa metodologia Cabot potrà non soltanto raggiungere i risultati che si è prefissata con questi 6 progetti, ma addirittura migliorarli progressivamente nel tempo.

“Con lo spirito che da sempre ci contraddistingue – sottolinea Valentina Zitignani, Amministratore Delegato di Cabot Italiana – siamo riusciti a centrare un risultato che ci riempie di orgoglio e rende per certi aspetti unica la nostra azienda. L’adozione di un sistema così evoluto di gestione dell’economia circolare ci allinea all’obiettivo numero uno di Cabot Corporation che prevede la totale decarbonizzazione entro il 2050. In effetti Cabot Italiana, risulta oggi essere una delle realtà della Corporation più attive in questo ambito, focalizzando la sua attenzione sulle tematiche del risparmio idrico, sull’implementazione di un sistema di riciclo acqua e quindi su uno dei primi impianti per la produzione di nero di carbonio a zero emissioni idriche. E per noi si tratta solo dell’inizio di un percorso che produrrà, ne siamo certi, sviluppi ancora più rilevanti”.

“Un numero sempre maggiore di aziende – precisa Andrea Filippi, Certification Service Line Manager di Bureau Veritas Italia – sta abbracciando i principi dell’economia circolare con azioni concrete e tangibili, e si rivolge a Bureau Veritas per attestare i propri impegni uscendo dall’autoreferenzialità. Il fatto che un’organizzazione come Cabot, leader nel settore della chimica, abbia deciso di certificare il proprio sistema di gestione dei progetti di economia circolare ai sensi della norma AFNOR XP X30 901 è l’ennesima conferma che la transizione non è uno slogan ma è fattibile e che le aziende sono un driver
fondamentale per attuarla con un impatto positivo sia per la comunità sul business dell’impresa stessa”.

Come detto, sono stati ad oggi sottoposti a certificazione 6 progetti. Il primo riguarda il recupero del tail gas di processo in una centrale elettrica, progetto che consente a Cabot di coprire il proprio fabbisogno di energia e addirittura immetterne in rete. Il secondo progetto prevede un’ottimizzazione dei processi per la riduzione del nero di carbonio di scarto destinato a discarica. Il terzo è il progetto “Recupero acque”, per il recupero delle acque di scarico con l’obiettivo, nel futuro, di riutilizzarle nell’impianto di produzione. Il quarto progetto è il progetto “SMILE”, per favorire percorsi di simbiosi industriale tra
Aziende del Comune di Ravenna. Il quinto progetto è dedicato al recupero e riutilizzo degli stracci sporchi utilizzati in manutenzione, grazie alla collaborazione con un’organizzazione specializzata. Sesto e ultimo progetto è “Organic Rankine Cycle (ORC)”, con l’obiettivo, sul lungo termine, di recuperare il calore dei fumi emessi dai camini di stabilimento, tramite l’utilizzo di un olio dielettrico, per produrre energia.

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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