Fase 2 Covid-19, riaprono oggi alcune attività commerciali
Oggi dovrebbero tirar su le saracinesche librerie, cartolerie e negozi per l’infanzia. Dovrebbero (al condizionale) perché l’esecutivo non ha previsto riaperture scaglionate per regioni ma ci hanno pensato alcuni governatori al Nord e al Sud a stringere le maglie: in controtendenza il governatore del Veneto Zaia che ha optato per un lockdown più soft, consentendo di fare jogging o babercue in proprietà private. Quel che è certo, al di là di quanto previsto dal nuovo decreto, per più di 110mila aziende la Fase due è già iniziata: tante erano, fino a venerdì scorso – secondo i dati del Viminale – le attività produttive non considerate esplicitamente essenziali che hanno chiesto la deroga ai prefetti. Circa 60mila si trovano tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, seguite a ruota dal Piemonte. Per il meccanismo del silenzio-assenso sono già al lavoro con grande irritazione dei sindacati.
Cosa riapre oggi. Sì, perché se per le grandi imprese come le acciaierie di Terni – al netto dei modelli di sicurezza messi a punto – è facile effettuare i controlli conoscendone vita, morte e miracoli, è assai complicato verificare se le piccole abbiano i requisiti richiesti. Si procederà a campione. Possono invece tornare su piazza avendo il disco verde di Palazzo Chigi le aziende specializzate in silvicoltura e fabbricazione computer, quelle per la cura e la manutenzione del paesaggio e per le opere agricole, fino al commercio all’ingrosso di carta e cartone.
Le regole per chi riapre sono strette perché sarà obbligatorio non solo pulire e garantire il ricambio di aria dei locali, ma anche avere erogatori di disinfettanti e prevedere percorsi separati. “Proprio per garantire le necessarie misure di sicurezza – spiega l’assessore alle attività produttive Orneli – nel Lazio la riapertura delle librerie slitta al 20 aprile”.