Matteo Salvini: “Nei prossimi giorni le nomine dei presidenti delle AdSP”

Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e trasporti alla nona edizione di “Shipping, Forwarding & Logistics meets Industry” ad Assolombarda.

“Marzo sarà il mese delle nomine dei presidenti delle autorità portuali. E la riforma della governance in ambito portuale arriverà a breve”. A confermarlo è Matteo Salvini, ministro dei trasporti e vicepresidente del consiglio, intervenuto questa mattina a “Shipping, Forwarding & Logistics meets Industry“, evento annuale in Assolombarda che riunisce il settore dei trasporti legando il mare all’industria e al sistema della logistica in Italia. L’ottimismo del ministro, che segue le più caute indicazioni del suo vice Edoardo Rixi prosegue sugli investimenti nel settore ferroviario nazionale, che “se oggi vede investiti 30 miliardi di euro nel ferro in Calabriae altri 30 in Siciliaquel pezzo in mezzo va sistemato con il ponte“.

Nonostante le incertezze, Salvini tira dritto: “Sono un testone, è ovvio che gli ingegneri del Mit non sono così folli da lavorare a un ponte che possa cedere per il vento o per il terremoto, ce la faremo”, conferma. Ma il tema italiano è di poco conto, rispetto a ciò che succede intorno ai confini europei. “Il Green Deal va azzerato e ripensato, l’Europa è isterica”, continua il ministro sparando a zero sulle iniziative di sostenibilità varate dalla prima commissione europea guidata da Ursula Von der Leyen, oggi alle prese con uno dei momenti più foschi della storia europea nel suo complesso. “Nel 2023 è stato registrato il punto più alto del tasso di emissione di Co2 a livello globale”, prosegue Salvini nei suoi oltre cinquanta minuti di intervento, davanti alla platea in ascolto. 

“Ma com’è possibile? Sono dieci anni che fra tasse, discussioni, norme e auto elettriche, il tema del green viene spinto e sovvenzionato pesantemente, e i risultati sono questi. L’Europa ha tagliato di 200 milioni di tonnellate le sue emissioni di anidride carbonica nel corso del 2023, ma Cina e India hanno emesso oltre 700 milioni di tonnellate. Significa che stiamo cedendo competitività e produzione, mentre gli altri continuano ad agire”. Quindi, in sintesi: “Smettiamola di farci del male, bene l’ambiente ma prima proteggiamo le nostre aziende e la nostra economia”. E se l’Unione Europea è riuscita a tagliare del 37% le sue emissioni di Co2 dal 1990 a oggi, gli obiettivi al 2030 sono ancora più ambiziosi. Ets in testa.

La prima tavola rotonda della giornata non può che essere relativa al caos intorno ai confini italiani ed europei, e la domanda che serpeggia, nonostante l’ottimismo degli operatori, riguarda inevitabilmente la stabilità internazionale. Ucraina e dazi sono i temi del giorno, e Salvini non si sottrae. “Trump, nell’arco di un mese e mezzo dal suo insediamento, ha varato oltre cento ordini esecutivi. Non si tratta di essere fan del nuovo inquilino della Casa Bianca, ma di fare l’interesse dell’Italia. E se Stati Uniti, Cina e paesi in via di sviluppo vanno in una direzione, perché Bruxelles ci vuole imporre tasse green e auto elettriche? Questo non è libero mercato, è una visione sovietica dell’economia”.

Dal mondo all’Italia, il vicepremier non si nega, nonostante le stoccate dei suoi stessi alleati di governo. “L’esecutivo è compatto e unito, lavoriamo tutti in un’unica direzione. Ma se la Germania è ferma e avrà un governo che è emanazione di una classe dirigente che ha perso le elezioni, abbiamo un problema. In Austria è successa la stessa cosa, è giusto che la rappresentanza dei cittadini sia diretta rispetto alle intenzioni di voto della maggioranza”. E sulla dichiarazione della presidente della Commissione Ue circa il riarmo europeo, le idee di Salvini sono chiare: “Perché Bruxelles oggi ci dice che possiamo fare debito per centinaia di miliardi di euro sulla difesa, mentre sulla sanità e sulla formazione non si poteva fare nulla? Basta spese in armamenti, dobbiamo sostenere chi, come Trump, lavora per una pace duratura, e guardare al nostro interesse nazionale

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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