Ponte sullo Stretto: «Entro la prossima estate posa della prima pietra»
Nel corso del convegno sul gap infrastrutturale organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Agrigento, al Teatro Pirandello, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato ufficialmente che la posa della prima pietra del Ponte sullo Stretto di Messina avverrà già nell’estate di quest’anno.
Un passo concreto verso la realizzazione di un’opera che, dopo decenni di discussioni, polemiche e rinvii, torna oggi ad essere un obiettivo dichiarato e calendarizzato. In platea, tra il pubblico di tecnici, professionisti e autorità presenti, anche alcuni cittadini agrigentini hanno manifestato la loro contrarietà al progetto indossando provocatoriamente delle magliette con la scritta “No Ponte”, a testimonianza di un dibattito ancora aperto sul territorio.
«L’obiettivo che ci siamo posti – ha spiegato Salvini – è chiaro: vogliamo arrivare all’approvazione definitiva del progetto entro la primavera di quest’anno. Quando parlo di “posa della prima pietra”, intendo l’avvio concreto dei lavori preliminari, in particolare quelli legati alla realizzazione dei collegamenti viari e ferroviari necessari. Parliamo di circa 20 chilometri di strade e altrettanti di ferrovie, indispensabili per raggiungere il ponte vero e proprio. La costruzione del manufatto principale, che con i suoi 3 chilometri sarà il ponte sospeso più lungo del mondo, partirà successivamente, ma l’iter operativo inizierà già nei prossimi mesi, sia sul versante siciliano che su quello calabrese».
Durante il suo intervento, il Ministro ha voluto sottolineare l’impatto che questa infrastruttura avrà non solo sul piano della mobilità, ma anche su quello economico e ambientale. «Attualmente – ha dichiarato Salvini – un treno merci impiega circa 180 minuti per attraversare lo Stretto di Messina. Una volta completato il ponte, lo stesso tragitto richiederà appena 15 minuti. È evidente come un’infrastruttura di questo tipo possa cambiare radicalmente il sistema dei trasporti, la logistica, la competitività del Mezzogiorno e il suo collegamento con il resto d’Europa. Non solo: il risparmio di tempo e di carburante comporterà anche una significativa riduzione delle emissioni di CO2, in linea con gli obiettivi europei di sostenibilità».
Salvini ha poi illustrato i prossimi passi burocratici e istituzionali previsti per arrivare all’apertura dei cantieri: «Gli ultimi passaggi riguardano l’approvazione in Consiglio dei Ministri e la comunicazione ufficiale a Bruxelles, per spiegare le motivazioni strategiche che rendono fondamentale il completamento del corridoio Palermo-Reggio-Roma-Milano-Berlino. Dopo queste fasi, potremo procedere con l’approvazione del progetto definitivo, che potrà contare su una copertura finanziaria già stanziata».Secondo le stime degli ingegneri, la realizzazione dell’opera richiederà circa sette anni di lavori. «Su questo punto – ha precisato il Ministro – sarà fondamentale il ruolo dei tecnici, delle imprese e anche delle scuole, che dovranno formare una nuova generazione di professionisti specializzati, in grado di affrontare una sfida ingegneristica di portata storica. Se i tempi saranno rispettati, il 2032 potrà rappresentare un anno cruciale per il futuro infrastrutturale del Paese».
Il Ministro ha quindi tracciato uno scenario che guarda al lungo termine: «Nel 2032 sarà operativo il collegamento ferroviario Torino-Lione, entrerà in funzione il tunnel di base del Brennero tra Bolzano e Innsbruck, e – se tutto procederà secondo i piani – sarà possibile attraversare lo Stretto di Messina in auto o in treno in pochi minuti. Un cambiamento epocale per l’Italia e per il Mezzogiorno».
L’incontro di Agrigento è stato anche l’occasione per riflettere sullo stato attuale della rete infrastrutturale siciliana e sulla necessità di colmare un divario che penalizza da decenni il tessuto economico e sociale della regione. «La Sicilia – ha ricordato Salvini – non può più permettersi di rimanere ai margini delle grandi reti europee di trasporto. Il Ponte sullo Stretto non è solo un’opera simbolo, ma è il tassello fondamentale di un progetto più ampio che mira a trasformare l’isola nella vera porta d’ingresso dell’Europa sul Mediterraneo».
Durante il dibattito, numerosi relatori hanno evidenziato come l’intervento sullo Stretto sia solo una parte di un disegno più complesso, che include l’ammodernamento di strade, autostrade, porti e ferrovie nell’intera provincia di Agrigento e in tutta la Sicilia. È emersa la consapevolezza che senza infrastrutture adeguate non sia possibile garantire sviluppo, occupazione e competitività al territorio. Il convegno si è chiuso con l’impegno condiviso tra istituzioni, ingegneri e rappresentanti del mondo produttivo a lavorare in sinergia per superare ritardi storici e realizzare finalmente opere che possano connettere la Sicilia, la Calabria e tutto il Mezzogiorno al resto d’Italia e d’Europa.