Brexit, rischio divieto di pesca ai Paesi UE nelle acque britanniche

Il governo britannico ha annunciato di voler presentare una legge in Parlamento per mettere fine ai diritti alla pesca condotta da navi europee in acque britanniche. «In futuro sarò la Gran Bretagna a negoziare e a decidere le regole che le barche straniere dovranno seguire» ha spiegato il Dipartimento per l’Ambiente, il Cibo e le questioni agricole in un comunicato.

Una decisione, baluardo della campagna dei pro-Brexit, che però potrebbe avere ripercussioni non da poco sui negoziati in corso con la Ue. Se veramente il governo Johnson passerà dalle parole ai fatti per molti pescatori sarebbe la fine di molte comunità costiere: «È la mia morte, non ho un piano B. Cosa devo fare? Spararmi?» dice al Financial Times Bruno Margollé che vive a Boulogne-sur-Mer in Francia. Nessuno mette in dubbio che il mare del Regno Unito sia più pescoso, infatti la maggior parte del pesce viene raccolto in queste acque. Ma la speranza era che il primo ministro si sarebbe concentrato di più sul commercio, dalle esportazioni delle merci ai servizi finanziari che nel 2018 hanno rappresentato il 6,9% del prodotto interno lordo. Su questo punto la Ue è stata chiara: l’accesso al mercato sarà condizionato alla decisione di Londra sulla pesca. Cosa farà la Gran Bretagna? Per ora sembra non sentire ragioni: «Riprenderemo il controllo delle nostre acque. A Bruxelles non dovrebbero avere dubbi sulla nostra determinazione a farlo» ha detto un portavoce del governo.

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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