Air Italy ha smesso di volare, messa in liquidazione la società

Air Italy ha smesso di volare. La tristissima comunicazione è stata data all’equipaggio ieri pomeriggio mentre scendeva dalla scaletta dell’aereo.

Già la mattina c’era stato lo stop al volo per Lagos, ma tutti erano ancora in attesa delle decisioni dell’assemblea straordinaria dei soci, quella che poi ha dato il via libera alla liquidazione.

Un momento drammatico per i dipendenti, ma anche una botta per tutto il sistema Malpensa. «I lavoratori coinvolti sono poco meno di mille a Malpensa, a cui si aggiungono i seicento in Sardegna» dice a Malpensanews Luigi Liguori, coordinatore trasporto aereo della Filt Cgil.

Alle 16, alla sede all’hangar di Air Italy si è tenuta una prima assemblea. Con la tensione che c’è in questi casi, in quel mondo ultracompetitivo che è quello dell’aviazione civile, dove il capitalismo è al suo massimo, la crisi è dietro l’angolo. Lo si è già visto anche a Malpensa, con le compagnie “saltate” da un giorno all’altro, fermate (spesso) dall’Enac quando la mancanza di liquidità rischiava di mettere a rischio i passeggeri. Crisi arrivate al capolinea nella notte e vissute insieme dai lavoratori.

Problemi evidenti da questo inverno. «Ma la sensazione della crisi viene da lontano» continua Liguori della Cgil. «A febbraio dell’anno scorso vedevamo qualche spiraglio, anche per un rinnovo di contratto, dopo i sacrifici che erano stati chiesti per il piano di rilancio della compagnia. Da lì in avanti invece, rinvio dopo rinvio, abbiamo perso di vista, con continuo turnover delle figure dirigenziali».

I cambi di figure apicali sono state di volta in volta annunciati anche alla stampa, ma – dicono anche altri dipendenti – senza che si riuscisse ad avere chiarezza sulla strategia. Mentre la questione veniva sostanzialmente ignorata dalla politica, che sempre più spesso pare rincorrere le notizie, più che essere osservatore e attore negli eventi.

Ai lavoratori della compagnia direttamente interessati si aggiunge anche l’impatto sull’indotto, meno facile da valutare, ma che si può stimare – con calcolo matematico – su una quota del 50% dei lavoratori diretti, quindi intorno alle 500 persone. Circa cinquecento persone interessate, tra i diversi servizi di terra, l’handling vero e proprio, il catering e così via.

Intanto, al termine dell’incontro convocato al Mit dalla ministra Paola De Micheli, al quale hanno partecipato i liquidatori della società, Enrico Laghi e Franco Maurizio Lagro, due uomini di estrema esperienza nel campo, la sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde e il presidente di Enac, Nicola Zaccheo, in una nota diffusa si legge che “Obiettivo prioritario del Governo è la tutela dell’occupazione, motivo per cui la prossima settimana è stato fissato un nuovo incontro con i liquidatori, i sindacati e i rappresentanti delle due regioni coinvolte, Sardegna e Lombardia, per un ulteriore approfondimento delle proposte”.

Ma non aiuta certamente il quadro totale, considerando che il contenimento del Coronavirus sta avendo ampie ripercussioni sull’aviazione civile, passeggeri e cargo.

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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