Porto Empedocle: pesca vietata, maxi sequestro della Guardia Costiera

La Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Porto Empedocle rende noto che nella giornata di martedì 5 maggio 2020, militari dipendenti facenti parte dell’equipaggio della motovedetta CP 849, in attività congiunta con l’equipaggio della M/V CP 292, sotto il coordinamento del Reparto Operativo – Centro Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Palermo hanno portato a termine una significativa attività di contrasto alla pesca illegale nei confronti di un’unità che ha effettuato strascico nell’area denominata “ad Ovest del Bacino di Gela”, all’interno del quale tale attività è vietata.

I militari sono entrati in azione a seguito dell’individuazione dell’unità navale in attività di pesca all’interno dell’area in questione, per mezzo del sistema di monitoraggio remoto del traffico navale satellitare in uso alla Sale Operative dei Comandi Guardia Costiera di Palermo e di Porto Empedocle.

La Guardia Costiera, in ottemperanza alla vigente normativa nazionale e comunitaria, pone particolare attenzione alla tutela degli habitat ittici essenziali agli ecosistemi marini vulnerabili e, in particolare, alle disposizioni del Regolamento dell’Unione Europea n. 2019/982 del 5 giugno 2019, entrato in vigore nel luglio del 2019, che istituisce un piano pluriennale di gestione per le attività di pesca che sfruttano il nasello europeo e il gambero rosa mediterraneo nel Canale di Sicilia, che ha sancito il divieto di pescare con reti a strascico in tre “aree di restrizione”, tra cui rientra la già citata Area “ad Ovest del Bacino di Gela”, poiché  un sistema di pesca non selettivo.

L’operazione di polizia marittima ha portato, con l’impiego congiunto di mezzi navali e pattuglie terrestri intervenute in banchina al rientro del motopesca in porto, al sequestro del prodotto ittico pescato all’interno dell’area soggetta a restrizione, al sequestro degli attrezzi da pesca principali di tipo rete a strascico a carico del motopesca, nonché alla contestazione di illecito amministrativo per violazione del Regolamento (UE) n. 2019/982 e dell’articolo 10 comma 1 lett. b) del decreto legislativo n. 4/2012, punito dall’articolo 11 comma 1 dello stesso decreto legislativo con la pena pecuniaria per un importo pari a 2.000 euro. Inoltre, avendo pescato in zone e tempi vietati è prevista la pena di decurtazione di 6 punti al titolare della licenza di pesca e al comandante dell’unità da pesca.

Giova ricordare che nelle aree soggette a misure di restrizione pesca, il transito dei motopesca deve avvenire con rotte dirette e ad una velocità costante non inferiore ai sette nodi, fatti salvi i casi di dichiarate e comprovate cause di forza maggiore, che dovranno essere prontamente comunicati alla competente Autorità Marittima.

L’operazione rientra nella più ampia attività di controllo e monitoraggio delle attività di pesca poste in essere dalla Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, a salvaguardia delle risorse ittiche, degli ambienti costieri e della salute dei consumatori, che proseguirà con maggiore intensità nei prossimi giorni.

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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