Smaltimento “acque di sentina”, in Sicilia è emergenza chiusura impianti

di Fabio Pace

L’emergenza diventa opportunità. In tempi in cui tutti discettano del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, alle parole bisogna opporre i fatti e tradurre la resilienza in azione. Gli operatori portuali della Sicilia Occidentale sono chiamati a dare un esempio pratico. L’emergenza è quella relativa alla chiusura dell’unico impianto di raccolta delle cosiddette “acque di sentina”, presso la diga dell’Acquasanta di Palermo, attività che era svolta dall’impresa Profeta. A ragione della chiusura l’incompatibilità ambientale dell’impianto rispetto all’ubicazione. Anche l’impianto dell’impresa Bruno, a Carini, è chiuso per altre vicende giudiziarie, distinte da quelle dell’impresa Profeta, mentre la SEAP nella Zona Industriale di Aragona-Favara non ha il modulo di trattamento delle acque di sentina, morchie, oli di sentina, emulsioni. L’impianto dell’Acquasanta, dunque, da tempo era l’unico praticabile dai porti della Sicilia Occidentale, senza doversi costringere ad una lunga e costosa trasferta dall’altra parte dell’Isola, a Catania, Messina o in altri impianti della Sicilia Orientale o addirittura della Calabria.
Senza entrare nel merito del provvedimento amministrativo che ha portato alla chiusura della ditta Profeta, materia di regolamenti, disposizioni, ricorsi e contenziosi legali che in questa sede non prendiamo in esame, rimane aperta una questione centrale e senza risposta una domanda: gli operatori e i concessionari dei porti della Sicilia Occidentale e dell’area trapanese, in particolare, dove possono andare a scaricare acque di sentina, morchie, oli di sentina, emulsioni? Nella risposta si intravede l’opportunità di tradurre l’emergenza in motivo di sviluppo operativo ed economico e di piena applicazione delle norme ambientali che regolano i porti. “Non nascondo che rispetto all’emergenza c’è una legittima preoccupazione – conferma Salvo Pumo (nella foto), della Soluzioni e Servizi Ambientali Srl di Trapani –. Devo però anche ammettere che essere stati posti in maniera repentina e brutale di fronte alla questione ci obbliga ad andare oltre la facile lamentela. È di tutta evidenza che scontiamo un grave ritardo nella piena attuazione del D.lgs 152/2006, della direttiva UE 2019/883 e della convenzione internazionale “Marpol” per la prevenzione dell’inquinamento causato dalle navi”.
Per comprendere appieno le osservazioni dell’imprenditore trapanese, la cui ditta è concessionaria del servizio di ritiro RSU e rifiuti speciali nell’ambito portuale di Trapani, basti ricordare i principi che informano il D.lgs 152/2006 che già 15 anni fa indicavano la necessaria e non più rinviabile piena autonomia delle aree portuali rispetto alle città, riguardo una serie di servizi: acqua, illuminazione, viabilità, rifiuti e loro stoccaggio e trattamento. “La questione – continua Pumo – assume un rilievo di amplissimo respiro se si tiene conto di quanto intenso e in aumento sia il traffico portuale durante l’estate e di come diventi urgente assicurare un servizio senza il quale navi, grandi e piccole, rischiano di rimanere ferme in porto perché non possono scaricare le acque di sentina”.
La Soluzioni e Servizi Ambientali Srl fino ad oggi, con grande dispendio di energie, anche economiche, ha assicurato il servizio ma l’emergenza ha spinto l’acceleratore sul cambio di passo.
“Credo non sia più rinviabile dotare il porto di Trapani di un impianto di stoccaggio e trattamento delle morchie e delle acque di sentina – afferma Pumo –. Per quel che mi riguarda ho deciso di attrezzarmi, ritenendo di poter intercettare un interesse generale delle compagnie di navigazione e l’attenzione dell’Autorità Portuale. Ho già conferito un incarico progettuale per la sua realizzazione e avviato l’iter autorizzativo. Credo che trasformare l’emergenza in una opportunità, sia un dovere nello spirito della comunità di un porto, a maggior ragione se oggi si guarda alla portualità come sistema di scali interconnessi. Insomma credo sia tempo di dare piena attuazione alle leggi e alle regole che sovrintendono le comunità portuali. E parlo non a caso di comunità, poiché nella autonomia dalle città di cui i porti sono al servizio dobbiamo agire con senso della comunità. Anche in questa ottica la Soluzioni e Servizi Ambientali Srl ha deciso di investire e programmare”.

Pin It on Pinterest