Portuali e autotrasportatori dicono “No al Green pass”

I portuali si preparano ad uno sciopero generale, il cui nucleo più caldo è lo scalo di Trieste dove Stefano Puzzer, portavoce dei portuali giuliani, ha riferito che: “Non c’è nessuna mediazione con chi viola le libertà e i diritti dei cittadini italiani. L’unica via possibile per noi è l’abolizione del Green Pass”. Braccia incrociate ad oltranza fino al raggiungimento dell’obiettivo, anche se, tra gli operai ci sarebbero delle divisioni: tutti per lo sciopero, ma non c’è unanimità sull’idea di farlo ad oltranza. Di fronte ad un Governo determinato a tirare dritto, c’è chi teme per il proprio posto di lavoro.

Intanto il fronte della protesta si allarga dai porti alle autostrade. “Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il green pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane, valuteremo di invitare le imprese a fermare i camion. Ci auguriamo di no, ma ne stiamo discutendo” fa sapere il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè. Pessimista anche l’associazione nazionale di categoria degli autotrasportatori, Assotrasporti, per cui il 15-16 ottobre si rischia che l’intero “trasporto in Italia si blocchi”.

Ma il fronte più caldo resta il porto di Trieste. In queste ore i lavoratori stanno contrattando con il presidente della Regione Massimo Massimiliano Fedriga, anche se quella tra istituzioni e lavoratori non ha l’aria di essere una mediazione perché Puzzer non cerca compromessi. O si toglie il Green Pass o sarà sciopero. Un ricatto? “No, – dice sempre Puzzer – Il ricatto lo fa lo Stato quando, pur non obbligandoti al vaccino, ti costringe al Green pass per lavorare”. E se si pensa che il 40% circa dei portuali triestini sono senza passaporto verde, nel capoluogo friulano si rischia il blocco totale, con danni inimmaginabili.

Lì, il caos del Green Pass non c’è. Il ClpT tira dritto e non conosce mediazioni, né compromessi. Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Zeno D’Agostino è volato a Roma per tentare di convincere il governo ad applicare una deroga sul Green Pass. Draghi non cede. Il manager veronese alla guida del porto giuliano ha minacciato le dimissioni. Uno scenario è quello relativo alle devastanti ripercussioni economiche e di immagine per tutta la città. Solo qualche settimana fa il governo aveva mandato il ministro Giorgetti a benedire l’investimento da 500 milioni di euro della British American Tobacco all’interno dell’interporto di Trieste.

Salvini, invece, strizza l’occhiolino ai manifestanti anti Green Pass e sostiene la protesta dei portuali. Domani il ClpT minaccia di bloccare i varchi e le criticità provengono anche dall’assenza di certificati verdi tra i camionisti. La maggior parte provengono da paesi dell’est Europa e almeno il 30 per cento, secondo quanto riporta la Rai del Friuli Venezia Giulia, non si sono vaccinati. Il principale porto italiano rischia la paralisi. Sullo sfondo c’è il ballottaggio per incoronare il prossimo sindaco della città. Da un lato c’è il primo cittadino uscente, Roberto Dipiazza. Dall’altro il dem Francesco Russo. Il governo ha dato il via libera ai 416 milioni di euro previsti per lo scalo dal Pnrr. Insomma, la partita che si sta giocando per il porto di Trieste è molto più grande delle proteste.

Il capoluogo friulano rischia di essere una polveriera. Da varie parti d’Italia arrivano rassicurazioni, per quanto nessuno esclude a priori criticità e disagi. Il porto di Venezia non dovrebbe andare in affanno da venerdì: “A Venezia in gran parte i lavoratori sono vaccinati, si stima un allineamento con il dato nazionale, cioè circa l’80%. Il rischio potrebbe essere spostato su altri aspetti della filiera logistica: – ipotizza Alessandro Santi, presidente nazionale di Federagenti – qualche intoppo potrebbe verificarsi nel settore dell’autotrasporto, quindi anche industrie e interporti potrebbero avere problemi”.

“A Genova ci sono alcuni terminalisti pronti a pagare i tamponi ai dipendenti che non hanno il Green pass”. Lo conferma Beppe Costa, presidente dell’associazione dei terminalisti genovesi di Confindustria al termine di una riunione in prefettura dove è emerso come, si stima, nel porto ligure, ci sia il 20% dei lavoratori non vaccinati.

Intanto il fronte della protesta si allarga dai porti alle autostrade. “Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il green pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane, valuteremo di invitare le imprese a fermare i camion. Ci auguriamo di no, ma ne stiamo discutendo” fa sapere il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè. Pessimista anche l’associazione nazionale di categoria degli autotrasportatori, Assotrasporti, per cui il 15-16 ottobre si rischia che l’intero “trasporto in Italia si blocchi”.

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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