Come Jules Verne, il “Nautilus” italiano esplora gli abissi del mar Mediterraneo

Il “Nautilus” italiano esplora gli abissi del Mediterraneo: nuove scoperte tra biodiversità e rischio sismico
Si tratta del robot sottomarino dell’ISPRA che scende fino a 2.000 metri di profondità per mappare le montagne sommerse. Rivelati ecosistemi intatti e specie sconosciute così come il celebre Nautilus del poeta francese Jules Verne, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha portato a termine una spedizione oceanografica tra le montagne sommerse del Mediterraneo, grazie a un ROV (Remotely Operated Vehicle) capace di operare fino a 2.000 metri di profondità. L’esplorazione, parte del progetto PNRR “Marine Ecosystem Restoration”, ha documentato habitat profondi mai osservati prima, offrendo una nuova prospettiva sulla biodiversità marina e i rischi geologici sommersi. Durante la prima campagna, conclusa nel Canale di Sicilia, il team ISPRA ha mappato 11 rilievi sottomarini tra cui Empedocle, Bannock, Pantelleria Centrale e Urania, raccogliendo dati fondamentali per lo studio degli ecosistemi profondi e la valutazione del rischio sismico. Le immagini ad alta definizione hanno mostrato foreste di coralli rossi fino a 900 metri, colonie di spugne, coralli neri e banchi di ostriche giganti. Oltre al valore scientifico, la missione ha messo in luce anche le minacce umane che arrivano fin negli abissi: sono stati rilevati rifiuti e reti fantasma a profondità estreme, seppur meno presenti rispetto alle aree costiere. Le montagne sommerse, veri e propri hotspot di biodiversità, sono ecosistemi vulnerabili e strategici anche sotto il profilo geologico: ospitano risorse minerarie, fonti geotermiche e sono cruciali per monitorare la stabilità dei fondali e le zone costiere adiacenti. Tra gli incontri più suggestivi della spedizione, un raro esemplare di squalo vacca ha nuotato accanto al robot, incuriosito dalle luci del veicolo.
I dati raccolti orienteranno le future politiche di conservazione marina e contribuiranno alla creazione di nuove aree protette, in linea con la Strategia UE per la Biodiversità 2030.
Prossima tappa: Golfo di Napoli e Mar Tirreno.

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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