Domande contributi, operativo lo sportello “Nuova Sabatini”

Lo sportello per la presentazione delle domande di accesso ai contributi alla Nuova Sabatini da parte delle imprese, è di nuovo operativo. Lo ha stabilito il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), così come previsto dalla Legge di Bilancio 2019.
Per la misura in questione la Legge di Bilancio 2019 ha previsto lo stanziamento di risorse finanziarie pari a 480 milioni di euro complessivi, così ripartiti: 48 milioni per il 2019 e 96 milioni per le annualità 2020, 2021, 2022, 2023 e 48 milioni per il 2024.
Più nello specifico, il decreto prevede 1.337 l’accoglimento delle richieste non accolte precedentemente per esaurimento delle risorse disponibili, rispettando così l’ordine cronologico di presentazione; inoltre, lo stesso provvedimento, prevede anche di ripresentare la richiesta di prenotazione, per le imprese che in data 4 dicembre 2018 hanno effettuato la domanda di agevolazione, alle banche o agli intermediari finanziari, ma non sono state incluse in una richiesta di prenotazione delle risorse, inviata dalle banche o dagli intermediari al MISE.
Il decreto n.1338, in attesa di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, invece, prevede la riapertura dello sportello, dal 7 febbraio 2019, per la presentazione delle domande da parte delle imprese; inoltre le domande presentate alle banche o agli intermediari finanziari dopo il 4 dicembre 2018, sono da considerarsi irricevibili.
Infine, accedendo al sito del Mise, alla sezione “Beni strumentali Nuova Sabatini” è possibile scaricare il modulo di domanda che, a pena di inammissibilità, dovrà essere compilato, in ogni sua parte, in formato elettronico e sottoscritto tramite firma digitale.

Intanto uno studio di Automotive Aftermarket Intelligence mostra che nell’ultimo decennio il nostro Paese ha perso quasi un terzo delle imprese di autotrasporto e 135mila autisti. La società ha analizzato l’andamento delle immatricolazioni di veicoli merci nell’Unione Europea dal 2008 al 2017, rilevando una diminuzione in tutte le classi di peso. Per l’Italia, ciò significa una perdita di 13,3 miliardi di euro per le mancate vendite di veicoli nuovi e di 105 milioni di euro nella imposta provinciale di trascrizione. Ma il problema italiano non riguarda solo le vendite di veicoli, ma anche le imprese e l’occupazione.
Dal 2008 al 2017, infatti, in Italia si registra una perdita di 34.448 imprese di autotrasporto, pari al 27% del totale, con una riduzione complessava del parco circolante oltre le 3,5 tonnellate di 134.025 unità (-22%). Meno veicoli significa anche meno autisti e in questo periodo il loro numero è calato di 135mila unità. Di questi, la maggior parte (110mila) erano padroncini o dipendenti di aziende artigianali e 25mila autisti di flotte con più di sei veicoli. A questi si devono aggiungere i lavoratori che hanno perso il posto nel comparto della produzione e assistenza di veicoli oltre le 3,5 tonnellate, valutati in circa 10mila unità. In particolare, dal 2008 al 2016 le officine hanno perso 6395 addetti (da 20.509 a 14.113), i concessionari 3569 dipendenti (da 10.912 a 7.344) e le Case costruttrici 288 dipendenti, passando da 1190 a 902 addetti.

Il mercato dei veicoli industriali registra un nuovo calo. Secondo i dati forniti dal Ministero dei Trasporti, elaborati dal Centro Studi e Statistiche dell’Unrae – l’Associazione delle Case automobilistiche estere, i veicoli industriali con massa totale terra superiore alle 3,5 a gennaio 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ha registrato un calo del 9,9% (2.145 unità immatricolate contro 2.380). Il comparto dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore a 16 t, ha fatto registrare nel mese di gennaio 2019 una perdita del 9,8% sullo stesso mese del 2018 (avendo immatricolato 1.840 unità contro 2.039). L’andamento conferma il trend negativo registrato nello scorso anno. Unrae, insieme con altre associazioni della filiera automotive in Italia, sta denunciando la situazione dell’autotrasporto nazionale.  

Il settore dell’autotrasporto è strategico non solo per motivi economici ma anche sociali, “eppure – sottolinea Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE – mentre in Europa in media il 65% dell’autotrasporto avviene all’interno dei confini nazionali in Italia ben l’86% dei veicoli industriali viaggia esclusivamente sul territorio nazionale. Inoltrein Italia il 40% dei veicoli industriali circolanti viaggia a vuoto, il doppio di quanto avviene in Europa (20%)”.

“Sono davvero molte – conclude Fenoglio – le ragioni di incertezza che oggi preoccupano gli operatori italiani dell’autotrasporto rendendoli insicuri di fronte alla prospettiva di rinnovare il proprio parco e investire in sostenibilità, considerata l’indifferenza con la quale si trattano le questioni che li riguardano, e che ribadiamo essere strategiche per lo sviluppo”.

Per questo, Unrae invita il Ministro Toninelli a un confronto sulle possibili soluzioni, non più rinviabili se si vuole evitare che la situazione continui a peggiorare, allontanando sempre di più il nostro autotrasporto dalla possibilità di competere con la concorrenza europea e non apportando alcun beneficio al settore in termini di maggior sostenibilità e sicurezza”.

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