Progetto Geremia, gestione dei reflui per migliorare le acque portuali

Posizionamento di cuscini assorbenti con notevoli vantaggi in ambito sociale.
Il progetto Geremia (Gestione dei reflui per il miglioramento delle acque portuali) ha come obiettivo principale la formazione e il sostegno di tutti i soggetti coinvolti nella gestione delle acque portuali per mezzo di strumenti e soluzioni innovative. Geremia è parte del Programma Interreg Italia – Francia Marittimo 2014-2020 e punta a redigere un piano per la gestione delle acque portuali con il fine di ridurre il rischio di inquinamento delle acque di scarico e i possibili impatti sull’ambiente marino circostante.

In questo contesto vengono realizzate molte attività di interesse strategico: tra queste troviamo le attività pilota di mycoremediation svolte nelle acque del Porto di Genova.

Quali attività sono state svolte nel porto di Genova?
Nella prima metà del mese di dicembre sono state posizionate alcune serie di cuscini assorbenti per l’attività pilota di mycoremediation nelle acque portuali. I cuscini assorbenti, addizionati con microfunghi e macrofunghi – in altri termini infungati – sono stati installati lungo la banchina in concessione alla Servizi Ecologici Porto di Genova, in collaborazione con SEPG e Capitaneria di Porto di Genova. A 15 e 30 giorni dall’installazione i cuscini infungati sono stati recuperati e sono state condotte analisi chimiche per determinare le quantità di metalli assorbiti dall’acqua del porto.

L’esperienza e l’attività pilota di Geremia sono replicate anche nell’ambito del progetto Interreg Marittimo Qualiporti che vede l’Università di Genova come soggetto attuatore per la Provincia di Livorno. L’attività di mycoremediation con i cuscini assorbenti infungati è attualmente in corso anche nel Porto di Cavo (Rio Marina) sull’Isola d’Elba.

L’importanza delle attività di mycoremediation, a livello sociale, ambientale e i relativi risultati.
La comunità scientifica e la Commissione Europea hanno sviluppato, recentemente, una maggiore sensibilità nei confronti della contaminazione ambientale e delle metodologie applicabili per porvi rimedio.
Tra i comparti ambientali maggiormente a rischio vi sono sicuramente gli ecosistemi marini, influenzati soprattutto dalle attività che vengono svolte nei Porti industriali e turistici, che sono sistemi aperti in diretta comunicazione con le aree marine circostanti.
La contaminazione delle acque portuali, in particolare da metalli tossici, si manifesta non soltanto nei sedimenti profondi, ma anche nelle acque stesse. I metodi tradizionali di decontaminazione spesso hanno un impatto alto sugli ecosistemi marini, influenzando negativamente la biodiversità. I funghi, organismi spesso estremofili capaci di sopravvivere e colonizzare con successo anche le acque marine, rappresentano un ottimo strumento di decontaminazione naturale e sostenibile.
Sono, infatti, organismi capaci di accumulare alti quantitativi di metalli tossici grazie alle loro caratteristiche metaboliche. La realizzazione di cuscini assorbenti costituiti in massima parte da materiale biologico fungino permetterà la sostituzione di quelli presenti in commercio e costituiti da materiale plastico generalmente addizionato con sostanze tossiche potenzialmente impattanti l’ambiente marino.

Una strategia di risanamento sostenibile di questo tipo, detta mycoremediation, non solo permette il raggiungimento della decontaminazione delle acque marine in modo “green”, ma tutela di conseguenza e di riflesso gli ecosistemi marini limitrofi agli ambienti portuali, preservandone l’integrità e la biodiversità. Tutto questo ha ovviamente numerose positive ripercussioni anche dal punto di vista sociale: l’immagine del Porto, collettivamente spesso considerato in accezione negativa proprio per l’inquinamento ad esso associato, viene rivalutata; una riqualificazione di questo tipo porta ovviamente vantaggi, anche sanitari, a tutti i lavoratori che svolgono attività nell’area portuale stessa, perché non
esposti a rischi minori; progetti di questo tipo favoriscono, inoltre, la diffusione e la condivisione di buone pratiche tra Autorità Portuali e fungono come esempio di positivo cambiamento improntato a una maggiore tutela delle risorse naturali, riuscendo di riflesso a sensibilizzare i cittadini su questi temi.

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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