Nave o scialuppa? In una metafora spiegato il dilemma *

* di Pamela Vassallo (insegnante presso Circolo Didattico Rosolino Pilo di Palermo)

Quando pensi a una grande nave non pensi mai alla piccola scialuppa. Che motivo ci sarebbe per farlo?! La nave: un gigante del mare, un colosso stabile che tutto possiede in sé e tutto può dare a chi abbraccia quel viaggio. Una volta saliti a bordo si resta incantanti, risucchiati da ogni bellezza, desiderosi di conoscere ogni angolo, di passeggiare in quella grandiosità per ammirare panorami mozzafiato, per attraversare mari sconfinati fino a raggiungere destinazioni bellissime. Tuttavia non ci sono viaggi senza imprevisti, difficoltà, ostacoli, pericoli. E lungo questo navigare può capitare che qualcosa vada storto o a fuoco, che si verifichi un’inondazione; può accadere di restare intrappolati o addirittura rischiare di affondare. Se non è più un luogo sicuro, perché continuare ad ancorarsi a quella nave? Forse perché ci infondeva sicurezza e benessere, ci assicurava avventure indimenticabili, la scoperta di orizzonti mai visti e il raggiungimento di mete programmate?! Se quella nave ci porta allo sfacelo, con il coraggio di chi lascia ogni certezza e avendo come unica meta se stessi, saliamo, saltiamo sulla lancia di salvataggio, anche se ci appare precaria, instabile, anche se ci assale la paura di non saper nuotare, anche quando la corrente è forte e all’orizzonte si scorge solo l’ignoto e la poca forza di navigare a vista. Chissà se questa piccola imbarcazione riuscirà a portarci a riva, in un porto sicuro, chissà… La scialuppa diventa comunque l’opportunità di salvezza. La nave la certezza della deriva. E allora che fare? Tutto è un grande rischio: restare tra i pericoli e le incertezze così come andare via malgrado (forse) altri pericoli e altre incertezze. Scelte difficili, rinunce inesorabili, decisioni necessarie, ma… da fare, ora!

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