Sequestrati alla Onorato Armatori beni per 20 milioni: “Drenate risorse di Cin”

ll Tribunale di Milano ha accolto la domanda dei commissari di Tirrenia, in amministrazione straordinaria, e ha disposto il sequestro dei beni della capogruppo Onorato Armatori, per un importo di 20 milioni di euro. La tesi dei legali di Tirrenia, il professor Pier Filippo Giuggioli e l’avvocato Adriano Curti, è stata “pienamente accolta”, si legge in una nota. In sede civile è stata riconosciuta “la responsabilità della holding degli Onorato, per aver drenato risorse di Cin per oltre 210 milioni così da impedire a quest’ultima di ripagare all’amministrazione straordinaria il prezzo di 180 milioni per la cessione della flotta”. Come si legge nella nota dei legali, il tribunale “ha poi ritenuto opportuno concedere il sequestro anche in ragione della gestione societaria oscura di cui è responsabile la famiglia Onorato che, fra l’altro, non deposita i bilanci dal 2017”.

Nel provvedimento di sequestro, tuttavia, i giudici valutano “che ricorrano elevate probabilità che il concordato pervenga a un esito positivo fino alla omologa”. L’omologazione è l’ultima fase della procedura di concordato quando il Tribunale può decidere se accettare la richiesta, evitando così il fallimento. Nel provvedimento, il giudice Amina Simonetti della sezione specializzata Imprese ricorda che Moby e Cin “si trovano in concordato preventivo in continuità e che l’adunanza dei creditori, originariamente fissata ad aprile 2022 per consentire a Cin di modificare il piano e la proposta proprio in relazione al credito di Tirrenia. La proposta – viene spiegato – ne prevederebbe il pagamento nella percentuale dell’80% subito dopo la definitività dell’omologa”.

Il giudice sembra mostrarsi ‘ottimista’ verso l’omologa in considerazione del fatto che Tirrenia “non ha evidenziato fattori che possano portare a ritenere che il soddisfacimento del suo credito in ambito concordatario non sia una prospettiva reale”. Il pagamento della “rilevantissima percentuale dell’80% a omologa del concordato”, è il ragionamento del Tribunale, presenta sì “elevati profili di rischio, anche in considerazione del contenuto del piano contiene profili di fragilità”, ma “è ragionevole ipotizzare un voto favorevole di Tirrenia stante la percentuale concordataria offerta e il fatto che la proposta concordataria in continuità si presenta come la soluzione che dà al ceto creditorio la più estesa tutela, soprattutto a raffronto con l’alternativa della procedura di amministrazione straordinaria”.

In parallelo, per la vicenda del dissesto del gruppo di trasporto marittimo, la procura di Milano ha aperto una inchiesta per bancarotta fraudolenta in cui sono indagati l’armatore Vincenzo Onorato (nella foto) e il figlio Achille. Secondo Onorato Armatori, invece, l’azione “intentata da Tirrenia in Amministrazione Straordinaria nei confronti di Onorato Armatori” è “interamente fondata su una relazione resa da Stefania Chiaruttini, in posizione di evidentissimo conflitto d’interessi, per essere contestualmente consulente sia di Tirrenia in A.S. che dell’Attestatore del piano di ristrutturazione del Gruppo e già ampiamente confutata da numerosi pareri pro – veritate formulati da primari professionisti indipendenti”.

“Questa azione – prosegue il Gruppo – si inserisce in un contesto in cui il Gruppo Onorato, che sta ricevendo il sostegno delle banche e della maggioranza dei bond holders, ha più volte presentato a Tirrenia una proposta di ristrutturazione con dei ritorni che rappresentano un unicum in un simile scenario. Il provvedimento di sequestro sarà oggetto di reclamo innanzi al Tribunale di Milano, nel cui operato il Gruppo Onorato ripone piena fiducia”.

Nel frattempo il Gruppo Onorato ed i consulenti dello stesso “continueranno le già riavviate trattative con Tirrenia nella speranza che il Ministero dello Sviluppo Economico, così solerte nel farsi parte attrice per i disservizi di un noto provider di intrattenimento calcistico via web, dia finalmente una risposta ai numerosi solleciti ricevuti dalla Compagnia e dalle parti sociali, con 6.000 famiglie in attesa di riscontro positivo da parte del Mise, ultimo tassello mancante alla definizione del piano di ristrutturazione del Gruppo Onorato i cui risultati commerciali ed industriali hanno superano ampiamente la crisi del Covid e le previsioni”.

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

Pin It on Pinterest