Il Covid blocca il cambio equipaggi, nuovo appello per risolvere l’emergenza

L’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) hanno rinnovato l’invito ai governi affinché si continui a collaborare per consentire di risolvere la crisi del cambio degli equipaggi delle navi provocata dalle misure per contenere la pandemia di Covid-19.
Le quattro organizzazioni internazionali hanno specificato che, in base al Neptune Declaration Crew Change Indicator, l’indicatore basato sui dati forniti da dieci primari ship manager che assieme impiegano circa 90mila marittimi, la percentuale di marittimi costretti a rimanere a bordo delle loro navi dopo che è scaduto il loro contratto di arruolamento, che in base alla Maritime Labour Convention del 2006 può avere una durata massima di undici mesi, è diminuito dal 9% del luglio scorso al 3,7% a dicembre 2021, ma la percentuale è risalita al 4,2% a metà gennaio 2022 a causa delle misure adottate dai governi per limitare la diffusione della variante Omicron del coronavirus.
E l’International Chamber of Shipping (ICS), a sua volta, ha denunciato una situazione di estrema difficoltà per i marittimi: «Adducendo causa di forza maggiore – ha spiegato l’associazione marittima internazionale – i governi hanno aggirato le norme fondamentali sul benessere della gente di mare, come quelle contenute nella Convenzione sul lavoro marittimo”.Però – ha evidenziato ancora l’ICS – l’ILO ha ritenuto che, essendo trascorsi quasi due anni dall’inizio della pandemia, la forza maggiore non dovrebbe essere considerata un motivo valido per privare i marittimi dei loro diritti».
Ricordando che l’ILO ha esortato i governi a riconoscere i marittimi come lavoratori chiave, il responsabile dell’ufficio legale dell’ICS, Kiran Khosla (nella foto), ha sottolineato che «ora il Comitato ha chiarito che i governi non possono più nascondersi dietro un cosiddetto caso di forza maggiore per negare alla gente di mare questi fondamentali diritti».

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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