Porti italiani: in arrivo 41 mln di euro, a Calabria e Sicilia destinati 850 mila

Arrivano 41 milioni di euro per i porti italiani e 2 milioni e 850 mila euro saranno destinati a Sicilia e Calabria. I fondi verranno usati per la realizzazione di opere infrastrutturali, nonché per il potenziamento dei servizi e dei collegamenti stradali e ferroviari. Lo stabilisce il decreto firmato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. Si tratta di una quota parte dell’Iva dovuta per l’importazione di merci che transitano nei porti italiani, che alimenta un apposito Fondo per il finanziamento e l’adeguamento dei porti.

Per il 2021 la quota spettante, come detto, è pari a 41 milioni di euro: l’80%, 32 milioni e 800 mila euro, saranno suddivisi per Autorità portuale, tenuto conto del volume delle importazioni dei porti; il restante 20% in misura perequativa sulla base dei piani operativi triennali e dei piani regolatori portuali. Saranno finanziate prioritariamente le iniziative immediatamente cantierabili. Entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto le Autorità di sistema portuale dovranno presentare il piano degli interventi al Mit. Per quanto riguarda la Liguria i milioni sono 16 così suddivisi: 11 per l’Autorità di sistema portuale del mar ligure occidentale e 5 per l’Autorità di sistema portuale del ligure orientale. Tre milioni e 600 mila euro andranno al Lazio, all’Autorità di Sistema Portuale del mare Tirreno centro settentrionale, gran parte dei quali destinati alla manutenzione straordinaria dell’attuale collegamento ferroviario.

Per gli scali della Toscana ci sono tre milioni. Sul fronte Ue, l’associazione dei porti europei ha espresso apprezzamento per l’accordo preliminare raggiunto dal Consiglio europeo dei Trasporti sulla revisione degli orientamenti per la rete transeuropea TEN-T e, in particolare, perché è stato introdotto un nuovo criterio per l’individuazione dei porti che fanno parte della rete globale (Comprehensive). Il nuovo criterio affinché un porto possa far parte della rete globale TEN-T che è stato introdotto dal Consiglio europeo dei Trasporti prevede che, oltre all’attuale criterio del volume di traffico movimentato (0,1% del volume complessivo delle merci movimentate dai porti dell’Unione Europea), un porto possa far parte della rete comprensive «se il suo volume annuo totale delle merci (alla rinfusa e non alla rinfusa) supera le 500.000 tonnellate e il suo contributo alla diversificazione degli approvvigionamenti energetici dell’UE e all’accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili costituisce una delle principali attività del porto».

ESPO ha accolto con favore anche il riferimento alle condotte sia nei considerando del testo concordato dal Consiglio europeo sia nei numerosi emendamenti presentati dal Parlamento: «per i porti europei – ha sottolineato l’associazione – le proposte giocheranno sempre più un ruolo essenziale nell’attuazione dell’agenda europea di decarbonizzazione e rappresenteranno una modalità di trasporto necessaria per le nuove energie»

(nella foto, il porto di Gioia Tauro)

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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