Ponte sullo Stretto: «Il pilone calabrese è previsto su una faglia attiva»
Tre ingegneri lanciano l’allarme sulla sicurezza del Ponte sullo Stretto. Mario De Miranda, ingegnere progettista di ponti, Federico Mazzolani, professore emerito di Tecnica delle Costruzioni, e Santi Rizzo, ex ordinario di Scienza delle Costruzioni, hanno inviato una memoria tecnica alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), evidenziando gravi criticità nel progetto del Ponte sullo Stretto di Messina Gli esperti segnalano che il pilone lato Calabria è previsto sopra una faglia attiva, come indicato nei documenti ufficiali del progetto definitivo. Tale collocazione, vietata dalle Linee Guida della Protezione Civile, rappresenta un rischio significativo per la stabilità dell’opera, data la possibilità di movimenti sismici futuri. Secondo i tecnici, spostare la fondazione implicherebbe la revisione completa del progetto, una questione che finora non è stata adeguatamente affrontata.
Inoltre, vi sono preoccupazioni legate alla manutenzione dell’infrastruttura nel lungo termine. Considerata la posizione geografica, il ponte sarebbe soggetto a condizioni meteorologiche avverse, tra cui forti venti e un’elevata umidità, che potrebbero accelerare il degrado dei materiali e aumentare i costi di manutenzione. Gli esperti sottolineano anche la necessità di valutare con attenzione le soluzioni ingegneristiche proposte per garantire la durabilità dell’opera.
Un ulteriore punto critico riguarda l’impatto economico dell’infrastruttura, poiché il progetto attuale potrebbe comportare un incremento dei costi rispetto alle previsioni iniziali. I firmatari della memoria tecnica evidenziano il rischio che l’opera, una volta realizzata, non raggiunga gli obiettivi di efficienza e sostenibilità economica previsti, gravando in modo significativo sulle risorse pubbliche. Si evidenzia, inoltre, che la realizzazione del ponte potrebbe avere un forte impatto ambientale, alterando irreversibilmente l’ecosistema marino dello Stretto di Messina. L’area è caratterizzata da un’elevata biodiversità e da correnti marine complesse che potrebbero essere compromesse dalla presenza della struttura.
Anche il rischio di inquinamento acustico e luminoso durante le fasi di costruzione e di esercizio solleva serie preoccupazioni tra gli esperti ambientali. Gli ingegneri mettono in luce anche problematiche legate alla viabilità e alla logistica. La realizzazione di un’infrastruttura così imponente richiederebbe interventi significativi sulle reti stradali e ferroviarie esistenti, con possibili disagi per le comunità locali e costi aggiuntivi non ancora pienamente stimati. Inoltre, il progetto non affronta in modo adeguato il problema dell’integrazione dell’opera con il territorio circostante, elemento essenziale per garantirne l’efficacia e la sostenibilità.
In considerazione di questi aspetti, gli ingegneri chiedono un riesame approfondito del progetto, coinvolgendo esperti indipendenti per valutare alternative che possano garantire maggiore sicurezza e sostenibilità.
L’invito finale rivolto al Governo e al Cipess è di considerare con attenzione le criticità evidenziate e fermare l’approvazione del progetto prima che sia troppo tardi.