Siremar, bilancio ok dopo 3 anni dall’acquisizione da parte di Caronte & Tourist

Per Caronte & Tourist Isole Minori S.p.A. (costituita tre anni fa per gestire navi e personale della appena acquisita Siremar) è tempo di bilanci. Tempo di numeri, dunque. Ma anche di proposte, di strategie, di nuovi obiettivi da raggiungere.

I numeri dell’intero Gruppo, resi noti questa mattina al Loggiato San Bartolomeo di Palermo alla presenza, tra gli altri, di politici, sindacalisti, sindaci, raccontano di una bella e solida realtà imprenditoriale: 1200 dipendenti, una trentina di navi, circa 250 milioni di fatturato.

I fatti parlano di un radicamento fortissimo nei territori, dell’aumento dei passeggeri trasportati e delle corse effettuate, di decine di lavoratori stabilizzati dopo anni di precariato.

Grafici e tabelle alla mano ne parliamo con Vincenzo Franza (al centro, nella foto), Presidente di Caronte & Tourist Isole Minori, ma abbiamo l’impressione precisa che da uomo del fare in lui più forte del compiacimento e della soddisfazione sia la determinazione ad andare avanti, a migliorare e rilanciare.

“Tre anni di Siremar – dice – sono pochi o tanti, a seconda dell’angolo visuale che si sceglie per la valutazione. Sono tanti se pensiamo alle condizioni in cui abbiamo ereditato l’azienda e agli sforzi che continuiamo a fare per restituirla a standard europei. Sono ancora pochi se guardiamo ai tanti programmi e progetti che abbiamo intenzione di concretizzare da qui al 2028. Io dico che siamo a un quarto del cammino…”

Concretezza, dunque. Le nuove sfide si chiamano sostenibilità ambientale (la nave più pulita ed ecologica del Mediterraneo, d’altra parte, è in atto la nuovissima “Elio”, in servizio nello Stretto…); sostenibilità finanziaria (bisogna costare sempre meno alla collettività); continuità territoriale (che deve essere assicurata più di quanto non si faccia anche in condizioni meteo-marittime avverse); interlocuzione forte con le Istituzioni in tema di politica dei trasporti.

“Com’è noto – dice Franza – il problema che le comunità delle isole minori avvertono come più importante e più serio è quello della marginalità geografica, dell’aggravamento della loro condizione di isolamento. Queste comunità devono indubbiamente poter contare su navi e infrastrutture portuali in grado di garantire approdi e trasporti anche in condizioni meteo-marine severe. Per questo, nelle more dell’apprezzatissimo intervento della Regione Siciliana, abbiamo deciso di commissionare, con nostri fondi, la costruzione di una nuova nave con caratteristiche di estrema manovrabilità, innovazione  tecnologica, ed eco-compatibilità destinata al collegamento con le Isole Eolie”.

Il tema della responsabilità etica e sociale nei confronti del territorio è ricorrente.

“E’ indubbiamente vero che noi siamo innanzitutto imprenditori – dice Franza – ma non vogliamo rinunciare ad essere coprotagonisti, per la parte che ci compete, nel processo di crescita economica della nostra Regione e delle sue isole minori. I nostri responsabili del marketing amano  dire che noi “vendiamo destinazioni”, non trasporti. E infatti godiamo del valore aggiunto di  destinazioni, appunto, che il mondo ci invidia. Lo sviluppo dell’economia turistica delle nostre aree  deve poter contare su un sistema di trasporti sicuro ed efficiente. E dunque di navi pulite, puntuali, moderne e confortevoli; di personale cortese e che conosce le lingue straniere. Insomma, intendiamo fare la nostra parte. Crediamo che sia nostro dovere, di imprenditori e di siciliani”.

Il tema del personale è quello che destava più allarme e preoccupazione. Quando la nuova proprietà subentrò, forte era tra i lavoratori della vecchia Siremar l’incertezza per il loro futuro.

Anche in questo caso, bisogna dire, il Gruppo ha saputo segnare un punto importante al proprio attivo.

“C’era da riordinare – ricorda Franza – le condizioni di lavoro dei nostri collaboratori, la gran parte dei quali attendeva la sistematizzazione e la valorizzazione della propria attività. Abbiamo dunque proceduto alla stabilizzazione e anche alla promozione di decine di marittimi, soprattutto grazie a un sistema di relazioni sindacali maturo e corresponsabile, nell’ovvio rispetto delle reciproche attribuzioni. Non sono mancati i momenti di attrito, ma non pensiamo di sbagliare se li definiamo “febbre di crescita”.

“Insomma, ingegnere, esiste una specie di “Protocollo Caronte & Tourist?” – chiediamo. Lui ci guarda e sorride in modo impercettibile: “Esiste il rispetto del lavoro e delle persone…”

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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