Autoproduzione, sindacati soddisfatti dopo incontro al ministero dei Trasporti
Lo scorso 9 ottobre, presso la sede del ministero dei Trasporti, si sono incontrati i sindacati, Alis e associazioni armatoriali Assarmatori e Confitarma per discutere sul testo del regolamento attuativo circa le nuove disposizioni in materia di autoproduzione contenute nel decreto Rilancio. La norma prevede che l’armatore debba richiedere un’autorizzazione per l’autoproduzione a ogni ingresso in porto, elemento su cui i vettori hanno espresso più volte la loro contrarietà.
La segreteria nazionale della Uiltrasporti ha reso noto che «si è concluso il percorso con il ministero avviato a seguito della disposizione contenuta nel Decreto Rilancio. Con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e della associazioni datoriali del cluster marittimo-portuale – ha annunciato Uiltrasporti – si è trovata la convergenza su un testo che riteniamo equilibrato, incentrato sul lavoro portuale e sulla tutela della sicurezza dei lavoratori marittimi, in un quadro di regole più chiare rispetto al passato». «Ora – conclude la nota della Uiltrasporti – auspichiamo un iter rapido al Consiglio di Stato per eliminare quanto prima nei porti le storture emerse in questi anni, e rimettere al centro le regole della concorrenza in quadro di utele per tutti i lavoratori e di sviluppo equilibrato dei porti».
A sua volta la Filt Cgil ha espresso soddisfazione per l’esito del confronto tra i sindacati e le associazioni datoriali con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, evidenziando che « sono state in larga parte accolte le nostre osservazioni ». La Federazione dei trasporti della Cgil ha tuttavia specificato che, «al di là del decreto che dovrà dare piena attuazione alle nuove disposizioni, contenute nel decreto legge Rilancio, in materia di operazioni portuali, rimane la necessità di dover vigilare sulle autorizzazioni all’autoproduzione delle operazioni portuali rilasciate prima della nuova disciplina e verificarne, quindi, la corretta aderenza a quanto già previsto dallo specifico regolamento tutt’ora in vigore. In caso di difformità – ha reso noto la Filt Cgil – abbiamo evidenziato unitariamente la necessità dell’adeguamento alle nuove disposizioni pena il decadimento delle stesse e la concessione di un eventuale autorizzazione in base alle nuove regole». «Da subito – ha specificato inoltre la Filt Cgil – siamo pronti ad un costante monitoraggio delle autorizzazioni già in essere per segnalare rapidamente al Mit gli interventi del caso». Intanto l’Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali ha denunciato che nel porto di Genova un vettore armatoriale «si è “auto-autorizzato” ad effettuare l’autoproduzione delle operazioni di rizzaggio dei trailer a bordo di una nave ro-ro» e – ha precisato l’ANCIP – «ciò in spregio e in piena violazione delle disposizioni normative di cui all’art. 199 bis della legge 17 luglio 2020, n. 77 e del Regolamento (UE) n. 2017/352 del Parlamento e del Consiglio del 15 febbraio 2017. Questi atteggiamenti – sottolinea l’associazione in un nota – vanno stigmatizzati e condannati poiché vanno a penalizzare fortemente il sistema, regolato dalla legge 28 gennaio 1994, n.84, delle imprese portuali italiane autorizzate ai sensi degli artt. 16 e 18 della medesima legge, ripercuotendosi sull’occupazione e sulla qualità della vita dei loro dipendenti. Atteggiamenti che si ripercuotono anche alle imprese art.17, unici soggetti giuridici autorizzati a fornire manodopera altamente formata e specializzata nei porti».
«Accanirsi contro una legge il cui principale scopo non è altro che elevare la qualità del lavoro, i livelli di sicurezza e la possibilità di operare delle imprese italiane soprattutto in un momento di grave difficoltà economica e di crisi dei traffici – accusa ancora l’ANCIP – è un atteggiamento che mette in risalto l’arroganza e il disinteresse da parte di chi tende a destabilizzare il sistema portuale italiano alla luce di meri interessi economici che nella fattispecie sono anche estremamente risibili»
«Auspichiamo – conclude l’associazione – che venga fatta chiarezza su quanto avvenuto a Genova e chiediamo che le autorità preposte al controllo e alla vigilanza esplichino le dovute indagini, facendo sapere cosa realmente sia accaduto ed eventualmente applicare i dovuti provvedimenti nei confronti del vettore marittimo. Siamo ancora uno Stato di diritto, ergo, la legge va fatta rispettare».