Fatturato su del 12%. Confindustria: industria nautica italiana in crescita

L’industria italiana della nautica chiude il 2019 con una crescita del fatturato del 12% rispetto all’anno precedente arrivando a 4,78 miliardi di euro. “E’ il quinto anno di crescita a doppia cifra e dai minimi del 2013 siamo risaliti a +93%, un dato molto soddisfacente” spiega Stefano Pagani Isnardi, responsabile dell’ufficio studi di Confindustria Nautica presentando la pubblicazione “La Nautica in cifre” al Salone Nautico di Genova. Per quanto riguarda il 2020, non ci sono ancora dati certi, ma i segnali parlano di una tenuta. “La speranza è che ci sia una variazione minima, poco meno o poco più rispetto all’anno precedente. Contiamo che il settore tenga e questo sarebbe già un buon segnale” riassume Pagani Isnardi. La situazione è eterogenea fra le aziende, ma sicuramente c’è stato uno scatto di ripresa, Il virus non ha fermato il mercato, che anzi ha riscoperto la barca.

“All’inizio del lockdown si stimava una contrazione del fatturato nell’ordine del 12-13% – riepiloga Marina Stella, direttore generale di Confindustria Nautica – ma la stagione primaverile ed estiva, grazie alla ripresa delle attività ha dato la possibilità alle aziende di consegnare la loro produzione, sono ripartite le attività di noleggio e locazione e c’è stato un grande utilizzo delle imbarcazioni e un notevole flusso dell’usato. Quindi sulla base delle indicazioni che sono state già fornite da un campione significativo di aziende crediamo che quella contrazione sia stata recuperata e l’impatto del lockdown molto attutito, anche perché molte filiere produttive sono già ripartite il 27 aprile e sono riuscite quindi a rimettere in pista il ciclo produttivo”.

A dicembre ci sarà una nuova indagine campionaria sui soci di Confindustria Nautica e si potrà avere anche l’andamento degli ultimi tre mesi dell’anno per fare i conti dell’intero 2020, ma si guarda già al 2021. Buone notizie anche dai porti turistici, che hanno resistito al Covid. Il giro d’affari è calato complessivamente del 5%, facendo la media fra il -3% degli ormeggi stanziali e il -9,11% di quelli in transito, penalizzati dall’assenza della clientela straniera e la riduzione del raggio di navigazione da parte degli italiani. “Non è un dato di crescita, ma di tenuta: i porti turistici italiani hanno retto e considerate le paure enormi che avevamo all’inizio della stagione non possiamo dire di non essere soddisfatti” dice Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas, l’associazione dei porti turistici italiani, tracciando il quadro della situazione alla Conferenza sul turismo costiero.

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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