Messina (Assarmatori): “La pandemia ha messo ko il trasporto passeggeri”
L’intervento del presidente di Assarmatori alla tavola rotonda organizzata dalla Filt-Cgil in occasione del 40 anni dalla sua fondazione Commerci mondiali, mare ancora protagonista Per i porti italiani nell’ultimo quinquennio traffico stabile intorno alle 480 milioni di tonnellate movimentate ogni anno Settimo rapporto Srm: il 90% delle merci viaggia sulle navi, nel 2019 il valore degli scambi ha sfiorato i 250 miliardi Alessia Spataro L’industria del trasporto marittimo è stata gravemente colpita dagli effetti della pandemia di Covid-19. Lo ha sottolineato il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, partecipando alla tavola rotonda organizzata a Roma dalla Filt-Cgil in occasione dei 40 anni dalla fondazione della Federazione per il settore dei trasporti dell’organizzazione sindacale.
«Inutile nascondersi dietro tentativi di minimizzare – ha spiegato Messina – gli effetti della pandemia sul trasporto marittimo sono stati devastanti specie nel settore passeggeri, generando al tempo stesso fortissime difficoltà anche nel comparto merci. Solo facendosi carico di questa realtà senza precedenti, si potrà cogliere la necessità di adottare misure eccezionali e di far fronte alla crisi con soluzioni del tutto innovative». «L’impatto della pandemia – ha proseguito il presidente di Assarmatori – si è tradotto in alcuni comparti, come quello delle crociere o delle navi traghetto in una brusca frenata e in un perdurante stato di incertezza. Ma gli uomini di mare sono abituati a lottare anche con le tempeste più terribili. E il Covid-19 dev’essere affrontato anche a livello istituzionale come una tempesta che richiede interventi e cambi di rotta repentini affinché vengano colte opportunità a favore dell’occupazione italiana nell’industria marittima».
Inoltre Messina ha evidenziato come la pandemia abbia per mesi impedito il normale avvicendamento degli equipaggi e come, oltre all’incremento delle richieste sul Fondo Solimare, il settore marittimo abbia dovuto far fronte a una crescita esponenziale delle prestazioni assistenziali erogate dal Fondo Nazionale Marittimi, «elementi – ha osservato – che non impediranno al trasporto marittimo di combattere, in stretta cooperazione con governo, istituzioni e parti sociali, una battaglia finalizzata a trovare nuove chiavi di lettura normative per il rilancio del comparto e al tempo stesso dell’occupazione, con al centro la persona in un percorso costruito insieme da imprese e lavoratori».
Nel corso dei lavori si è parlato anche del contratto nazionale dei lavoratori marittimi, scaduto ormai da più di tre anni (da dicembre 2017), che dovrà probabilmente attendere ancora un po’ prima di essere rinnovato. Nella sua introduzione il segretario nazionale Natale Colombo ha sottolineato che sono necessarie “scelte precise e urgenti per il rilancio del settore” e ha invocato “misure che favoriscano l’imbarco dei marittimi”. Da tempo è in corso infatti un confronto fra associazioni datoriali e rappresentanti dei lavoratori sul rinnovo contrattuale. Alla domanda se il tempo della firma sul rinnovo sia arrivato, Mario Mattioli, presidente di Confitarma ha risposto che “si firma quando si è d’accordo. Generalmente la firma arriva quando si è raggiunto una sorta di accordo e generalmente gli accordi reggono quando lasciano le parti un po’ scontente. Il migliore accordo è quello in cui non vince in maniera smaccata nessuna delle parti coinvolte”.