Terremoto giudiziario al porto di Genova, ai domiciliari Giovanni Toti

Lo scorso 7 maggio, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari (coercitive ed interdittive) nei confronti di vertici politici e imprenditoriali della Liguria.
La maxi-indagine, coordinata da un pool di sei PM, avrebbe scoperchiato un sistema di potere fatto di tangenti e favori, dalla maxi-concessione per gestire fino al 2051 il Terminal Rinfuse al porto di Genova, al via libera all’espansione di supermercati Esselunga nel capoluogo ligure.
Tra gli indagati spiccano figure di alto profilo quali Giovanni Toti, attuale presidente della Regione Liguria e Paolo Emilio Signorini, amministratore delegato e direttore generale di Iren. Entrambi sono accusati di corruzione legata all’esercizio delle loro funzioni e a presunti atti contrari ai doveri d’ufficio.
Le accuse si estendono anche ad Aldo e Roberto Spinelli, rispettivamente imprenditore nel settore logistico e immobiliare, con il primo agli arresti domiciliari e il secondo sottoposto a divieto di esercitare attività imprenditoriali. Le indagini hanno rivelato presunte corruzioni per favorire affari privati legati alla trasformazione di aree pubbliche e l’accelerazione di pratiche burocratiche.
Mauro Vianello, operante nel porto di Genova, e Francesco Moncada, consigliere di Esselunga, sono anch’essi destinatari di divieti simili, accusati di aver offerto vantaggi economici in cambio di favori politici. Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, è accusato di corruzione elettorale aggravata, con presunti legami con il clan mafioso Cammarata di Riesi.
Il Gip ha inoltre ordinato il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un valore superiore a 570 mila euro, considerati frutto dei reati di corruzione. Le indagini hanno beneficiato di tecniche investigative avanzate, tra cui intercettazioni e pedinamenti, e sono ancora in corso ulteriori perquisizioni.
Arturo Angelo e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, e Venanzio Maurici sono accusati di corruzione elettorale con l’aggravante di favorire l’attività della mafia, segnatamente il clan Cammarata del mandamento di Riesi.
L’indagine, originata da atti della Procura di La Spezia, si è focalizzata inizialmente sulla corruzione elettorale per poi estendersi a implicazioni di corruzione più ampie nella gestione delle funzioni pubbliche. Le tecniche di indagine hanno incluso intercettazioni e pedinamenti, evidenziando una rete di corruzione che intreccia politica, affari e criminalità organizzata.
Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, è al centro delle accuse per aver ricevuto somme di denaro da Aldo e Roberto Spinelli. Secondo la Procura, il flusso di denaro ammonta a 74.100 euro, distribuiti in quattro tranche:
Questi pagamenti, effettuati al “Comitato Giovanni Toti”, sono descritti come parte di un accordo per influenzare decisioni amministrative chiave, inclusa la trasformazione di aree pubbliche in private, l’accelerazione di pratiche edilizie e il rinnovo di concessioni portuali a favore delle imprese Spinelli.
Le decisioni amministrative in questione includono la trasformazione della spiaggia di Punta Dell’Olmo da pubblica a privata, l’accelerazione di una pratica edilizia per un complesso di interesse per gli Spinelli, e il rinnovo trentennale di una concessione al Terminal Rinfuse Genova S.r.l., controllato in parte dagli Spinelli. Inoltre, è stata facilitata l’assegnazione di spazi portuali e la regolarizzazione di occupazioni abusive di aree demaniali.
Parallelamente, Matteo Cozzani e Francesco Moncada sono accusati di aver partecipato a un sistema di finanziamenti illeciti tramite il pagamento occulto per annunci pubblicitari durante la campagna elettorale del 12 giugno 2022, con la promessa di sbloccare pratiche commerciali pendenti per Esselunga.
Paolo Emilio Signorini è accusato di aver ricevuto da Aldo Spinelli benefici monetari e in natura, inclusi soggiorni di lusso a Montecarlo, pagamenti in contanti, e l’offerta di una posizione retribuita dopo il termine del suo mandato amministrativo. In cambio, Signorini avrebbe favorito Spinelli nelle concessioni portuali e in altre operazioni legate al porto di Genova.
Ulteriori accuse di corruzione elettorale coinvolgono Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, che avrebbero usato promesse di lavoro per influenzare il voto a favore della lista “Cambiamo con Toti Presidente” durante le elezioni regionali del 2020.
Queste azioni, effettuate in concorso con altri, sono aggravate dall’associazione con attività mafiose, rappresentate dal clan Cammarata.

(Nella foto, da sinistra, Giovanni Toti, Paolo Emilio Signorini e Aldo Spinelli)

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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