Crisi Alitalia in stallo, Lufthansa punta ad una azienda nuova

“Devono essere messe fuori le persone dalla proprietà attuale prima che possiamo considerarci impegnati. Questo non è cambiato” ha detto il ceo di Lufthansa Carsten Spohr.  La frenata di Lufthansa è frutto dell’interesse ad una azienda nuova e ristrutturata non a quella attuale.

La nuova Alitalia, quindi, non decolla e la palla adesso ritorna nelle mani dei commissari. Con tanti interrogativi e un incubo che fa capolino tra i cieli: la liquidazione di Alitalia. A poche ore dalla scadenza del termine per l’offerta vincolante, è Fs a mettere nero su bianco la difficoltà sul dossier, spiegando che “ad oggi non sono ancora maturate le condizioni necessarie per il consorzio”.

Piazza della Croce Rossa conferma l’impegno e la disponibilità dell’azienda a proseguire le negoziazioni, ma “attende le valutazioni” della triade Discepolo-Paleari-Laghi in merito alle iniziative da intraprendere.Adesso, senza l’ottava proroga, le strade più estreme sembrerebbero rimanere la nazionalizzazione tout-court o l’avvio della procedura di liquidazione. In realtà la exit strategy c’è: nessun rinvio ufficiale, ma un ulteriore tempo supplementare per delineare la compagine azionaria e rispettare il closing di marzo 2020.

“Ritengo ancora che ci sia un margine rispetto ai due partner tecnici, Delta e Lufthansa, che ha presentato interessamento in modo spontaneo al potenziale investimento – è l’ottimismo dispensato da Stefano Patuanelli – Credo che ci siano ancora margini per arrivare a una conclusione”.  Nello specifico, secondo il titolare del Mise, Lufthansa “deve fare un piccolo sforzo iniziale e cioè compartecipare all’equity da subito, credo che sia l’ultima cosa che manca”. E Delta? Gli americani sono un partner solido, hanno messo sul campo 100 milioni e Fs riconosce come abbia confermato la disponibilità a partecipare all’equity della nuova compagnia.

I tedeschi sono alla finestra da due anni, ma per ora confermano solo la partnership commerciale, chiedendo come paletto imprescindibile per entrare con risorse una ristrutturazione completa della compagnia. Ma serve più tempo per tutti, quasi seguendo il sentiment di Atlantia, che solo 24 ore prima aveva preso atto della mancanza di significative evoluzioni nelle problematiche” emerse al momento di valutare un’offerta per Alitalia nello scorso ottobre. In primis la scelta del partner industriale, ma anche la governance della newco e gli sbocchi sulle rotte del Nord America.

E oggi cosa accadrà? Non ci saranno offerte vincolanti: Fs scriverà ai commissari che poi faranno le proprie valutazioni e si rapporteranno con il Mise. “Non voglio spostare il termine finale, il closing deve essere fatto entro marzo 2020. Credo che ci sia ancora qualche spazio”, avvisa il numero uno di Via Molise.

Dopo oltre 30 mesi di commissariamento il rebus è ancora insoluto e la cassa a fine anno potrebbe pericolosamente avvicinarsi allo zero. E nonostante anche la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, dispensi positività, la realtà è che servirà ancora tempo per tentare il salvataggio della nuova Alitalia.

Michelangelo Milazzo

Giornalista professionista

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